La strada vestita per Natale

Vi propongo di seguito uno stralcio (la parte iniziale) di un lungo racconto un po’ datato (tra qualche giorno compirà il 3° compleanno) scritto proprio nel periodo natalizio. Buona lettura!

 

Strada sempre trafficata, quella, percorsa da migliaia di macchine ogni giorno. Veloci. Lente. Per lo più utilitarie, ma anche lì capitavano di tanto in tanto, e ultimamente sempre con maggiore frequenza, veri e propri gioielli da decine e decine di migliaia di euro. Non di rado gioielli e utilitarie sostavano pure, ai lati della strada, rendendo il traffico ancora più lento del solito. Questo fenomeno si verificava con particolare intensità nel periodo di Natale, quando sembrava che tutti gli uomini e le donne della città che si trovassero a passare per caso o necessità lungo la suddetta strada davvero non potessero fare a meno di entrare in uno dei tre negozi di giocattoli e articoli vari disposti in maniera consequenziale sul lato sinistro della nostra via, sul cui marciapiede erano presenti, a distanza regolare e stabilita dalla legge, diversi segnali di divieto di sosta. Tuttavia i clienti, che hanno sempre ragione, dovevano presumere che facessero parte anche questi segnali degli addobbi natalizi colorati e innumerevoli, collocati direttamente per ordine del Comune, le cui spese con gioia i contribuenti avrebbero pagato nelle tasse del mese successivo, queste sì volentieri, non come le altre quali nettezza urbana e manutenzione stradale. L’enfasi capitalistica e consumistica imponeva durante quei giorni di festa di dar fondo a tutti i risparmi, faticosamente accumulati dopo gli sperperi delle vacanze estive, per acquistare regali ad amori lontani e vicini, legittimi e non, a figli figlie nipoti di ambo i sessi, amiche ed amici, conoscenti vari, genitori ancora in vita e altri familiari fino al quarto o quinto grado di parentela. Succedeva così che i proprietari dei tre negozi, che in effetti, a dispetto delle severe leggi in materia, imponevano in quel periodo nei loro locali la vendita di tutto ciò che si potesse acquistare, prodotti alimentari di prima necessità ed armi nucleari escluse, vedevano lievitare il proprio conto in banca, salvo poi solennemente affermare che gli affari non andavano più come un tempo, che non era come il Natale precedente e quello ancora prima. Succedeva anche che gli abitanti delle casette che facevano da contorno alla ormai famosa strada di cui si è tanto parlato, trascorrevano il loro tempo libero, dopo l’abnegazione nelle innumerevoli ore di lavoro, con i nasi attaccati ai vetri delle finestre delle loro abitazioni per vedere clienti e ancora clienti scendere dalle loro automobili, spesso mal parcheggiate o parcheggiate in seconda fila per la fretta, entrare negli edifici succhiasoldi ed uscirne con pacchi e confezioni di vario genere e misura. E spesso anche coloro i quali decidevano di spendere il loro tempo in una maniera migliore, evitando di spiare dalle finestre di casa e guardando un po’ di sana televisione e i migliori programmi realizzati per questa, come talk show, reality show e tutti gli show annessi e connessi, compresi quelli di approfondimento dei reality show e quelli di pacificazione dopo le furiose liti occorse nei talk show, scoppiate tuttavia per motivi validissimi e di capitale importanza per l’umanità tutta, sovente erano disturbati, gli inquilini, gli usufruttuari e i padroni delle case, voglio dire, dai rumori, dai boati, dagli improperi che alcuni intemperanti usufruenti della rete stradale, producevano a iosa e bizzeffe per via del traffico lento, lento anche per il fatto che molte macchine sostavano in divieto di sosta, in doppia fila o in maniera poco ortodossa come abbiamo già avuto modo di apprendere. Ma nondimeno debbono, e uso il presente abbandonando l’imperfetto per rendere chiaro che la situazione è comune al passato, al presente, e con probabilità prossime al novantasette per cento, anche al futuro, essere criminalizzati tutti coloro i quali si spostano in giorni di festa pre o post natalizi con mezzi motorizzati e non, a due, tre o, caso di gran lunga più frequente, quattro ruote, transitanti per quei luoghi. Immaginiamo la stizza, placata o attenuata con insulti blasfemi o pugni su colpevoli cruscotti e sterzi, colpevoli solo di trovarsi dinanzi agli irati occhi degli irati conducenti, s’intende, di tutti i figli di Adamo, o di Eva o delle scimmie, o del Caos che dir si preferisca, i quali percorrono l’ormai nota strada solo per recarsi da luogo X a luogo Y, e che possono avere anche la loro giustissima fretta, e che invece sono loro malgrado costretti a trascorrere decine di minuti preziosissimi, ché il tempo è denaro e il denaro tutto, tra gli ingorghi che abbiamo già avuto modo di descrivere. E poi tutte quelle luci, quelle stelle comete, quei “Buone Feste” e quei “Felice Natale” e ancora tutte quelle altre scritte e quegli altri addobbi che però non si può star qui a descrivere tutti uno per uno, sebbene un accenno ai Babbi Natali immortalati mentre con fare furtivo si arrampicano su balconi e finestre col loro rinomato sacco in spalla debba essere fatto ad ogni costo, possono davvero dare alla testa a tutti quelli che già avevano la loro mente piena di problemi gravi ed astrusi, non ultima la decisione di dove trascorrere la serata del veglione della vigilia del Santissimo giorno di Natale, serata che spesso è noiosissima o piena di imbarazzo a causa di commensali non in buoni rapporti tra loro o in aperto conflitto ed astio, ma ora che è Natale sono più buoni, e quindi devono mangiare allo stesso tavolo, salvo poi ridurre questa bontà rediviva a pura facciata e sperare segretamente che i commensali nemici possano mandar di traverso una  qualsiasi di tutte quelle pietanze inutili e dispendiose che fanno bella mostra di esse stesse, e sulle tavole apparecchiate con tovaglie rosse piene di renne e di sempreverdi pini, e nei discorsi del dopo cenone tra vicine ed amiche in cui si cerca di dimostrare come la propria cena sia stata migliore di tutte le altre tenutesi sul globo terracqueo, a parte forse quelle dei personaggi famosi, quelli cioè che stanno sempre in televisione a pregiarci della loro presenza, le donne con mezzo corpo nudo e l’altra metà coperta da lembi costosissimi e marcati e plurimarcati, gli uomini invece solo con abiti marcatissimi e firmati e controfirmati, ma non nudi costoro, di grazia. Ma si sa che questi tipi qua non fanno testo perché loro vivono in un mondo a parte, nel mondo dei sogni, e si è stupidi a non volerci entrare, anche a costo di vendere il proprio corpo a manager, registi, produttori, e chi più ne ha più ne metta…

Luminarie natalizie.jpg

 

La strada vestita per Nataleultima modifica: 2009-12-12T10:05:08+01:00da carminedecicco
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6 pensieri su “La strada vestita per Natale

  1. bel racconto un’analisi più che genuina, soprattutto quel

    ….ma ora che è Natale sono più buoni, e quindi devono mangiare allo stesso tavolo, salvo poi ridurre questa bontà rediviva a pura facciata..

    quanta verità in questa frase
    un caro saluto

  2. E’ come lo racconti tu il Natale
    di adesso senza più valori
    ed il vero significato della Natività

    Bello questo tuo racconto,
    aspetto il seguito.

    Buona serata da pulvigiu.

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