La notte di Halloween (1 di 3)

 

 

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Il volto del conte C. si deformò in un orrendo ghigno. Reclinò leggermente il capo verso la schiena ed emise un suono gutturale e prolungato. La sua mano sinistra, rugosa ed esile, si chiuse saldamente attorno all’impugnatura del bastone col quale costantemente accompagnava i propri passi. Le lunghe unghie scorticarono appena il legno scuro.

«Padrone, allora?»

Yorick, uno squallido omuncolo gobbo e untuoso, aspettò pazientemente che il conte ponesse fine al suo raccapricciante giubilo prima di osare rivolgergli quella domanda.

«Procedi pure» rispose il conte, sillabando la frase per gustarsi ogni singolo fonema.


Finalmente il suo sogno si sarebbe realizzato. Aveva pazientemente atteso per anni quella notte. Anni di studio e di ricerche, condotti via via con sempre maggiore disperazione, nella paura che nonostante gli sforzi, nonostante il tempo impiegato, i soldi spesi, non sarebbe riuscito a ottenere nulla.

Poi, finalmente, quel libro: il conte C. capì subito di avere tra le mani un vero e proprio tesoro. Ma, in effetti, ciò che gli interessava non era affatto l’intero contenuto del volume. Gli serviva soltanto trovare ciò di cui era in cerca da una vita ormai: un rito per la resurrezione.

Lo trovò. Lesse e rilesse la pagina ingiallita che conteneva il segreto capace di ripristinare una vita strappata, imparò a memoria ogni frase, ogni singola parola, perfino il luogo esatto della più piccola increspatura della pagina. Cominciò a privarsi perfino del cibo, ottenebrato da quella pagina e da quel rituale, la muta contemplazione dei quali lo assorbì totalmente. Sì, finalmente sarebbe riuscito a restituire la vita a suo figlio.


Ma per far ciò, gli occorrevano delle ossa dagli scheletri di tutti coloro che avevano contribuito alla morte del suo erede. Maledetti! E così, affinché adempissero al lavoro, assoldò tre criminali promettendo loro denaro e immunità, ma offrendogli in realtà solo la morte: che ingenui erano stati.


«Padrone, la formula…»

La mente del conte C. fu riportata alla realtà dalle parole del suo servitore. Rise di nuovo, questa volta con gusto ancora maggiore, pensando anche alla fine che i tre fratelli Reynolds avevano fatto. In effetti, non era necessario che i tre perissero, ma l’animo del conte era ormai totalmente intriso d’odio, e provava un piacere sadico nel procurare dolore e sofferenza, anche gratuita.

Ricompostosi, avanzò nella notte con fatica, fino a che non fu ad un metro esatto di distanza dalla tomba del figlio. Si inginocchiò, allungando la mano verso Yorick. Questi gli tese con estrema cura un enorme libro dalla copertina tarmata e scolorita. Il conte lo afferrò con incertezza, provato dal peso del volume, che non poteva reggere con tutte le sue forze, poggiato com’era sulle proprie ginocchia.

Yorick fu sul punto di intervenire, ma desistette all’ultimo momento: ricordava bene le raccomandazioni del conte e non voleva certo incorrere nella sua ira!

Fu in quel momento che quello cominciò a recitare la formula. Era andato tutto come previsto e ora, nell’ultima notte del mese di Ottobre, la notte di Halloween, alla vigilia della festa di Ognissanti, il cerchio si stava per chiudere.


Mentre nell’aria muta si diffondeva l’orazione in latino pronunciata dall’uomo, iniziò a piovere: rapidamente si diffuse l’odore dell’erba e delle foglie bagnate. Anche qualche fungo solitario, temerariamente spuntato prima degli altri cugini, liberò con maggiore convinzione il proprio odore.

Yorick fissò il cielo, completamente coperto da grosse nuvole nere. La pioggia sarebbe venuta giù con sempre maggiore insistenza, com’era arguibile già da un paio di giorni ormai.

 

La notte di Halloween (1 di 3)ultima modifica: 2010-10-31T19:13:00+01:00da carminedecicco
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3 pensieri su “La notte di Halloween (1 di 3)

  1. ciao…proprio un racconto simbolico della notte di halloven dove tutto è possibile…basta conoscere la formula….per entrare nel tempo senza tempo…..
    Un salutone e buona serata di ognissanti
    :-)))))
    dif

  2. Nonostante non sia amante di questo genere ho letto tutto di un fiato questo racconto, perchè scritto bene e perchè la curiosità mi ha spinto fino alla fine… e la domanda:- se riuscirà il conte a ridare la vita al figlio… è sorta spontanea.

    Un saluto Carmine e buon Novembre!

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