Seconda candelina – Full of people

Seconda candelina per il compleanno del mio blog. Dopo “Alla ricerca di lei” arriva “Full of people”, racconto scritto a metà ggosto del 2010 e pubblicato l’ultimo giorno di quello stesso mese. Qui il link all’originale, che rispetto alla versione oggi riproposta ha la parte finale completamente diversa.

 

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Al aveva programmato quella vacanza da tempo: i biglietti sul sito dell’Easyjet li aveva acquistati tre mesi prima, la prenotazione in albergo era stata inoltrata a fine maggio. Era dunque comprensibile lo stato di eccitazione che lo aveva invaso non appena era sceso dall’aereo arancione al bordo del quale aveva volato per circa un centinaio di minuti. Uscito dall’aeroporto di Schönefeld, il giovane era salito a bordo di un pullman e poi era entrato nella metro. Seduto sui comodi sediolini del treno sotterraneo, aveva preso a pensare al “full of people” di cui era alla ricerca. Voleva immergersi nel flusso della folla berlinese, godersi fino all’alba la vita notturna della capitale tedesca. Del resto, ne aveva proprio bisogno. Dopo un anno trascorso a lavorare a ritmo serrato, senza troppe gratificazioni, nemmeno dal punto di vista economico, una bella vacanza era quello che ci voleva. Staccare la spina. Riavviare il proprio personalissimo sistema prima di procedere con la routine quotidiana che sarebbe ripresa a settembre. Birre, musica, ragazze e tanto, tanto divertimento: ecco cosa si aspettava dalla versione by night del suo viaggio in Germania.

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La mattina andava in giro per la città. Visitava piazze e palazzi, fotografava parchi ed edifici. Ma la sua predilezione andava ai musei, non solo i maggiori: il Pergamon, l’Altes, lo Jüdisches. Gli sembrava che a Berlino ci fosse un museo per ogni cosa, anche la più semplice e innocua. Al cercava di visitarli tutti. Una visita rapida, con gli occhi ben attenti e pronti a fissarsi su ogni oggetto in mostra, senza però eccessivi indugi o ambagi. Terminata la visita, di nuovo in strada: si fiondava alla ricerca di qualche pietanza veloce, magari accompagnata da una bevanda gasata. E, nell’andare a zonzo, non dimenticava mai di chiedere a persone scelte con cura: «Where is the full of people?» o ancora «Do you know where I can find Berlin’s night life?». Con la pratica aveva imparato a pronunciare discretamente queste frasi, a dispetto di un inglese per il resto assai incerto e claudicante. Preferiva che i suoi interlocutori gli dessero risposte brevi e concise, ancor meglio se un semplice elenco di strade, fermate della metro o nomi di locali notturni. Erano queste infatti le sole informazioni che riusciva a captare dalle risposte dei prescelti. Insomma, se la sua competenza attiva dell’inglese lasciava a desiderare, quella passiva era ancor peggio: quando qualcuno si dilungava particolarmente nel rispondere, Al un po’ si spazientiva, ansioso com’era di liquidare il dialogo col solito «Danke» – unica parola presente nel suo vocabolario tedesco – e di memorizzare nomi ed indirizzi appena appresi sul suo iPhone.

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Quasi mai però le informazioni si rivelavano corrette: spesso il full of people del quale andava ansiosamente alla ricerca era solo un miraggio, altre volte aveva caratteristiche tanto diverse da quelle che lui sperava di trovare, che l’esservi dentro non era affatto piacevole. Ma il giovane non si perdeva d’animo, cancellava il posto appena visitato dalla sua lista e metteva nuovamente mano alla cartina della città – ne aveva comprata una nello store dell’albergo a due euro e cinquanta centesimi – per individuare quale fra i successivi obiettivi fosse il più vicino alla sua posizione.

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Notte dopo notte, tuttavia, l’entusiasmo venne meno e in lui cominciò a maturare la delusione per ciò che prima di partire aveva immaginato tanto differente. Si sentiva un po’ frustrato, temeva che il germe dell’insoddisfazione potesse crescere ed intaccare l’opinione a proposito dell’intera vacanza. Qui sto bene, si ripeteva, solo che c’è poco divertimento per come io lo intendo. Il resto, invece, è ok. E come sarebbe potuto essere altrimenti? La metropoli tedesca era ordinata e organizzata, affascinante, ricca di storia, i musei erano splendidi, i mezzi di trasporto sempre puntuali e i prezzi contenuti. Insomma, l’unica pecca era il full of people. O meglio, l’empty of people…

Seconda candelina – Full of peopleultima modifica: 2012-02-05T11:34:00+01:00da carminedecicco
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2 pensieri su “Seconda candelina – Full of people

  1. E ovvio che la chiusura del racconto nella prima versione era piu completa. Li si capisce che il problema di Al non e il empty of people di Berlino, ma il vuoto dell’anima sua, perche Rosa non e piu accanto a lui. Questo rende il racconto ancora piu affascinante. Perche proprio nella chiusura , tu fai apparire il personaggio di Rosa…che tutti ormai vogliono conosciere.

    Nella seconda versione poi l’idea viene un po piu generalizzata. L’ultima parte ci fa scoprire un racconto di tutto diverso, molto profondo e esistenziale. E come nei tutti gli scritti esistenziali, la finale sembra piu un altro inizio. Quindi se devo scegliere, direi che la seconda versione e piu adatta ai miei gusti 🙂

  2. ciao Carmine,
    io penso che qualsiasi luogo pensato dalla nostra fantasia non corrisponde mai alla realtà che ci si trova a vivere. Quasi sempre intervengono fastidiosità che sfalsano le attese atmosfere. Forse il “full of people” che immaginiamo è comprensivo di colonna sonora ma poi nella realtà sentiamo solo i soliti rumori della vita.
    Ti ho mandato un pò di neve, è già arrivata….? robi

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