Benito Cereno di Herman Melville: recensione

Benito Cereno è un romanzo breve scritto da Herman Melville nel 1855. Si tratta di un centinaio di pagine, che si leggono velocemente anche grazie alla prosa dell’autore e al modo in cui è costruito il racconto, che suscita interesse e mantiene alta l’attenzione del lettore.

La storia è presto detta: il capitano statunitense Amasa Delano presta soccorso ai marinai dell’imbarcazione spagnola “S. Domenico”. La nave incaricata del trasporto degli schiavi negri sembra averne passate di tutti i colori durante la lunga, interminabile traversata e il suo capitano, Benito Cereno, sembra davvero provato, tant’è che non riesce a fare a meno dello schivo nero Babo.

Ora, succede che, dopo un’intera giornata trascorsa a bordo della negriera dell’hidalgo, l’amabile yankee resta esterrefatto nello scoprire che le cose non stanno affatto come sembrano.

Del resto, a don Amasa non erano affatto mancati i sospetti, anche se le sue teorie non si erano spinte tanto in là come la realtà ha saputo fare. Anche se la storia è abbastanza nota, complice anche la fama di Herman Melville, autore di Moby Dick, non voglio svelare troppi dettagli della trama.

Mi preme piuttosto sottolineare come il romanzo si offra a varie letture. Si può anzitutto etichettare come semplice storia di mare, come qualcuno fece, soprattutto quando uscì. Ma vi si possono leggere molte altre cose. Come spesso accade, complice anche l’ambiguità del testo, c’è chi in esso ha trovato alcuni significati, chi altri, anche opposti. E così da alcuni è stato tacciato come romanzo razzista, da altri come abolizionista.

Più semplicemente, mi viene da dire, nel romanzo si assiste all’incontro-scontro di due diverse logiche: quella, potremmo dire, della tradizione dell’epoca, ossia schiavista, incarnata da don Benito, e quella personificata da Babo.

Melville sembra farci provare pietà per chi, in effetti, è nel torto. Forse lo fa di proposito, forse no. Quel che è certo, è che l’opera ha aspetti ancora attuali – si può mettere in rapporto col terrorismo, a esempio – e in questo senso il romanzo di Melville è una lettura interessante, nonostante l’autore, talvolta, si mostri un po’ prolisso su alcuni aspetti della vicenda e riflessioni del protagonista don Amasa. 

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Benito Cereno di Herman Melville: recensioneultima modifica: 2013-09-28T12:00:00+02:00da carminedecicco
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