A un colloquio di lavoro

Curriculum vitaeAccade che, dopo cinque anni di studio e sacrificio, ti laurei col massimo dei voti. E non in un’università tipo quella che ha frequentato Renzo Bossi, che paghi e ti danno il pezzo di carta. E non in una facoltà che sarà pure bella, ma che sbocchi ti offre? Ti laurei in Economia, alla Federico II, con 110 e lode. Accade che ricevi anche la menzione accademica alla carriera. E che il tuo relatore insiste per farti concorrere al Dottorato. Perché per lui vali, hai un futuro. Accade che rifiuti, ché dopo che ti sei tanto data da fare sui libri vuoi finalmente confrontarti con la pratica, col mondo reale, altro che esami, crediti, voti e compagnia bella. Accade che dici no anche a quel posto da commercialista, ché proprio non ti senti portata a far quello per tutto il giorno, nonostante lo studio sia in uno dei più bei posti di Napoli, con tanto di vista sul mare e Vesuvio sullo sfondo. Accade che inizi a far ricerche al pc, a iscriverti alle agenzie per il lavoro, a mandare curriculum a destra e a manca. E c’è chi ti chiama. Accade che fai il colloquio, in quel di Pozzuoli. Fai la tua bella figura, del resto per l’occasione ti sei messa anche a ripetere qualcosina e hai studiato un po’ la storia dell’azienda.

Accade che quando ti parlano di compenso ti propongo cento euro al mese. Che manco bastano per la tangenziale e il carburante. Laurea magistrale con centodiecielodeemenzioneaccademicapure. Cinque anni di studio, che cento euro al mese li spendevi solo di libri e benzina per andare all’università. Cercano di mascherarlo per un rimborso spese, ma no, è solo sfruttamento. È un approfittarsi della crisi, della situazione di incertezza e frustrazione che patiscono migliaia di giovani laureati e non. Non è accaduto che tu gli hai riso in faccia. Avresti dovuto.

A un colloquio di lavoroultima modifica: 2014-01-21T08:32:04+01:00da carminedecicco
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