I primi 3 Orfani

I primi tre orfani non sono i primi tre sfortunati ospiti di un nuovo orfanotrofio, né i primi tre arrivi in una famiglia particolarmente generosa, che dopo aver adottato tre povere creature ha intenzione di adottarne altre. No. Si tratta di qualcosa di meno nobile, ma al tempo stesso davvero ben riuscito. Parlo, è ormai giunta l’ora di dirlo, dei primi tre albi della miniserie “Orfani”, creata da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari per la Sergio Bonelli Editore.

Piccoli spaventati guerrieri

La Terra viene attaccata dagli alieni. C’è morte e distruzione ovunque. Numerosi bambini rimasti orfani vengono portati in un campo d’addestramento speciale affinché la professoressa Juric e il Colonnello Nakamura facciano di loro dei perfetti soldati, capaci di andare a rompere il culo agli extraterresti che hanno attaccato il pianeta. Ogni albo presenta una bipartizione tra passato e presente. Nel passato si racconta dell’addestramento degli orfani, nel presente della lotta contro gli alieni.

Detto questo, passiamo alle impressioni.

Del primo numero, “Piccoli spaventati guerrieri”, letto in anteprima per Mangaforever, ho già scritto qui. Sostanzialmente la serie prosegue quanto di buono già rilevato. Il secondo albo, “Non per odio ma per amore”, approfondisce passato e presente dei protagonisti, svelando nuovi dettagli sull’identità degli Orfani e introducendo nuove tematiche come l’amore e il desiderio di vendetta. I disegni continuano a meritare elogi e la colorazione si conferma punto di forza della serie, la cui trama comincia a infittirsi e acquisire più ampio respiro anche con i sotterfugi dell’autorità, che aprono uno squarcio inquietante sul mondo post apocalittico.

Non per odio ma per amore

A differenza dell’albo precedente, qui il finale lascia col fiato sospeso e segna una relazione ancor più stretta tra i diversi “episodi” di questo fumetto organizzato in diverse stagioni, proprio come una serie televisiva. Si conferma, inoltre, la bipartizione tra passato che ha modalità di romanzo di formazione e presente che invece è molto vicino agli stilemi di un videogioco.

E veniamo al terzo orfano, “Primo Sangue”. Superiore ai due precedenti non foss’altro perché conduce ancora più addentro alla vicenda, nella prima parte approfondisce non solo la formazione di uno dei protagonisti, ma anche il modus operandi vigente all’interno del campo di addestramento. Le relazioni si fanno sempre più intrecciate ed è un piacere vedere, nella seconda parte dell’albo, quella del presente, come gli elementi intravisti in nuce si sono sviluppati. Con questa terza uscita “Orfani” diventa ancora più vario, visto che le scene da spaccatutto lasciano spazio a esplorazioni, meno affollate ma non per questo meno pericolose.

Cavenago è autore, come Bignamini nel secondo albo, di un’ottima prova ai disegni; i testi di Recchioni, talvolta anche minimal, sono sempre efficaci.

Post scriptum: oltre all’edizione mensile da edicola targata Bonelli, 94 tavole a 4,50 euro, esiste anche quella da fumetteria targata Bao Publishing, trimestrale con 352 pagine a 27 euro.Primo sangue

I primi 3 Orfaniultima modifica: 2014-03-03T15:13:36+01:00da carminedecicco
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