Folgorazione numero dieci

  Spinto da una parte indefinibile del mio io sono uscito di casa e ho preso a passeggiare sotto il cielo immobile, guardando gli alberi ora leggermente sfocati dal vento, ora stagliati con serietà ed evidenza sulle bianche nuvole. Accarezzato dal profumo delle caldarroste e della legna arsa nei camini delle vicine case, ho camminato e camminato a lungo, ripercorrendo … Continua a leggere

Folgorazione numero nove

  L’aria umida e bagnata mi avvolge. Al suo contatto sussulto, come all’abbraccio di una vecchia amante perduta da tempo, con la quale condivisi inconfessabili ore. Intorno a me, altro non c’è che il rumore della pioggia che cade, e del vento, che libero va proclamando la sua freschezza al mondo, il mondo che stanco sveste i panni della bella … Continua a leggere

Folgorazione numero otto

  Annuso l’aria che cambia odore seduto sotto al buio intermittente di una giovane notte stellata e sopra un tronco decapitato, che tra non molto godrà della compagnia dei funghi. Un vento fresco fruscia tra le foglie che hanno già perduto la baldanza dell’altra stagione, ma non ancora il colore. Scorgo le ombre delle non lontane zucche, deformate sfere che … Continua a leggere

Folgorazione numero sette

  Seduto al sole da ore, quasi più non mi accorgo delle gocce di sudore che scendono dal mio volto. Nell’aridità della mattina d’estate soffro pensando a giorni felici e lontani, perduti in un insensato alternarsi di calura e frescura, stagione e stagioni. Dietro di me la vita scorre veloce o sonnolenta, ma scorre, ignara di turbamenti e inquietudini. Voci … Continua a leggere

# Porto (2)

  Osservo da ore il traffico di Porto. Affacciato da un angusto balcone proteso su una via altrettanto stretta scavata tra alti palazzi di altri tempi, sento sotto di me correre un vento terribile e indomabile. Brama il vicino Atlantico, ma prima di raggiungerlo accarezza il Douro, asciugando le lacrime alle anime che passeggiano lunga la Ribeira. La sera cala … Continua a leggere

# Porto (1)

    Mi sveglia una grigia giornata di pioggia portoghese. Un paio di colombi volano tra un balcone e l’altro del caseggiato che riempie parte della mia finestra. Qualche vestito, malinconico, giace steso ad aspettare un sole dimentico dei propri compiti. Il vento lo sferza nell’aria che sa di mare. Volti duri marcati affaticati passano lungo la strada e si … Continua a leggere

Folgorazione numero sei

Aspetto un treno che tarderà guardando la montagna maestosa e ferita ergersi sulle campagne colme di spogli scheletri: sembra abbracciarci tutti nonostante tutto, mentre su di lei il cielo lento diventa chiaro e le nuvole si colorano di un rosa accidioso. Sono avvolto dal freddo, tra immigrate dell’Est che parlano inconoscibili e magici dialoghi senza umore né tempo, un giovane … Continua a leggere