Lettera dall’autunno

Cara Feny, sono seduto sotto l’olmo che tanto ti piacque quando venisti a farmi visita l’ultima volta. Ricordo ancora la tua espressione di gioia quando, al termine della lunga passeggiata che con grande entusiasmo avevamo organizzato, giungemmo in vista di questa radura dominata da questo possente albero. Sono, come puoi immaginare, di umore malinconico: di qui la voglia di allontanarmi … Continua a leggere

Sognando Kaliningrad

    Ho sempre desiderato vivere a Kaliningrad. E invece mi ritrovo qui, in questo fottutissimo buco dove nemmeno più recapitano la posta, non so neanche per quale ragione. Mi mantengo scrivendo racconti per adolescenti e scroccando pasti e sigarette alla cerchia dei miei amici e conoscenti, che man mano diventa più esigua. Prima vivevo con mia nonna, ma poi … Continua a leggere

Tempo grigio

I ricordi di un passato nemmeno finito E i progetti di un futuro ancora lontano Sembrano discutere nell’animo mio Mentre disperdo il mio tempo In questi immemori inalterabili giorni E lo consumo.   Quando finirà l’estate? E quando l’autunno scenderà A coprire col suo manto Gli alberi le strade i cuori? E i miei sogni? Quando si realizzeranno?   Forse … Continua a leggere

Il beneficio del dubbio

Frasi! Frasi! Come se non fosse il conforto di tutti, davanti a un fatto che non si spiega, davanti a un male che si consuma, trovare una parola che non dice nulla, e in cui ci si acquieta! [da Sei Personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello]   Ho letto negli occhi tuoi Devastanti verità rivestite di verde E tragiche … Continua a leggere

L’usitato gesto

Riporto questa poesia scritta circa due anni e mezzo fa, quasi senza modifiche, per non tradire lo spirito originale dei versi, testimoni di un periodo ormai lontano…       Il pallido astro notturno è alto nel cielo e lo governa, sue schiave le mille altre stelle, luminosi mistici occhi tra tenebre scure paralizzate dal gelo, che diventa vapore alla minima … Continua a leggere

Estremo vaniloquio

Fisso il binario. Lungo, infinito forse, si dipana attraverso città sconosciute con il suo corollario di cicche di sigarette e biglietti ferroviari strappati, muti simboli di ciò che non serve più, di ciò che non è mai servito. Mi accendo una sigaretta chiedendomi cosa sia davvero importante. Per quanto mi sforzi, una risposta non la trovo. Forse una sciarpa sarebbe … Continua a leggere