Ho il cuore che trabocca di paura
Un’atavica paura senza nome
Volto e colore
Come se in me abitasse da un’eternità
Fatta di infinite storie ed infiniti timori
Scolorite pagine di un libro abbandonato.
Mi rende teso
Come una metafora che non posso usare
E guardingo ad ogni attimo di strada
Nera
Sotto una coltre di insensate nubi.
Taccio
Mentre mi empie il corpo mio
Stanco come se l’onda della storia
Ancora una volta di nuovo
Avesse schiaffeggiato la riva
Mettendo al mondo una risacca di terrore
Che il corpo mio stanco
Mi empie e mi fa tacere
Mentre chissà quale tragedia si consuma
Su questo palcoscenico di quart’ordine
Dove io stesso temo
Dietro le spalle
Di essere colpito
Da chissà quale irragione.
Chissà quale, chissà quale…
Me lo domando
Tra i secondi che non scorrono
E questa convinzione
Ultima e perpetua:
la mia paura è la paura di esser uomo