Ai piedi del Parnaso – I demoni di Dostoevskij

Fëdor Michajlovič Dostoevskij nasce a Mosca nel 1821 per morire a San Pitroburgo 60 anni dopo. Fu autore di diversi racconti e romanzi, che gli hanno permesso di entrare a pieno diritto tra i migliori romanzieri non solo dell’Ottocento, ma più in generale di tutti i tempi. Ebbe una vita tormentata ed irrequieta, difficile, aggravata anche da una precaria salute. Tra le sue opere fondamentali, Delitto e Castigo, L’idiota, I fratelli Karamazov e I demoni.

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Quest’ultima risale al 1871, e, più che un libro, è un universo, un universo costellato da una miriade di personaggi strani, assurdi, incredibili, eppure, nella loro atipicità, perfettamente moderni. Gli esatti antenati degli uomini che si agitano, che sbuffano, che si danno delle aree sulla soglia di quest’imbarazzante vita moderna. La solita vecchia gente, insomma, per dirla alla Palazzeschi. Gente che vuol cambiare il mondo, che vuole stravolgere la società, che vuol fare la rivoluzione, ma che non riesce a non essere meschina, vile, ridicola, incapace. Umana insomma, mi verrebbe da aggiungere. E’ un universo, questo libro, un universo di persone e di comportamenti. Comportamenti indagati dall’autore fin nelle profondità più recondite, sviscerati sino in fondo. Eppure comportamenti spesso dettati dal caso, dall’irrazionalità, ma sempre tenuti sotto controllo dall’abilità magistrale di Dostoevskij, capace di realizzare un enorme romanzo «ben fatto» – prendo in prestito una definizione di Renato Barilli, noto esponente della Neoavanguardia italiana –  come non se ne vedranno più dopo appena qualche decennio, con l’avvento del Novecento.

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Ma di Novecento, ne I demoni, ce n’è molto. Si potrebbe dire quasi che questo romanzo sia un romanzo profetico: i personaggi sono demoni perchè sono nichilisti, perchè non sanno provare più nobili sentimenti, perchè non vogliono più amare, perchè non credono più in Dio, anche se poi, in fin dei conti, non sanno fare a meno di Lui. Sono demoni quei personaggi, come lo siamo noi. Noi e loro, uniti dalle stesse utopie politiche, dalle stesse convinzioni filosofiche, dalle stesse paure, dagli stessi entusiasmi, dalle medesime insensibilità. Insensibilità connaturate alla natura dei demoniaci personaggi e della società in cui essi, la Russia di Dostoevskij e noi, viviamo.


 

Il plot deriva da avvenimenti realmente accaduti poco tempo prima della stesura del libro. Insomma, ogni riferimento a fatti o persone non è casuale. Non è casuale perchè l’autore gestisce tutto con cura. E con spirito farsesco, aggiungerebbe Irwing Howe, critico letterario americano. Dostoevskij prende sul serio i problemi di cui parla in questa e in altre sue opere. Si trasformerà da rivoluzionario a reazionario conservando intatta la simpatia per gli umili, per i vessati, per i poveri, per gli «umiliati e offesi», volendo usare un titolo di un altro suo romanzo. Eppure i suoi demoni proprio non riuscirà a prenderli sul serio. Una critica mordace di un uomo vissuto a chi si comportava come i protagonisti del suo libro, ordendo congiure e commissionando omicidi non certo di carta, purtroppo.

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Ai piedi del Parnaso – I demoni di Dostoevskijultima modifica: 2009-05-19T14:14:00+02:00da carminedecicco
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3 pensieri su “Ai piedi del Parnaso – I demoni di Dostoevskij

  1. Scopro solo oggi il tuo blog e lo trovo molto interessante.
    Vado di fretta stasera, ritornerò non appena avrò un attimo di tempo; per ora ricambio con piacere il passaggio, passando di qua.

  2. Ciao Carmine,
    bentornato dopo tanto tempo sul mio blog. Va bene che io non tratto argomenti importanti come i tuoi, visto anche questo tuo ultimo post, ma ogni tanto una capatina l’accetto volentieri.
    Sai, ci sono alcuni vecchi libri di autori classici, che trattano argomenti e fatti che sono ancora attuali e dimostrano che la vita si ripete in continuazione.
    In risposta al commento sul mio post, è vero, quando eravamo piccoli noi, forse io in epoca più lontana, facevamo giochi più costruttivi e stavamo più all’aria aperta.
    Oggi questi computer sono quasi come la droga (forse anche per noi) e ti coinvolgono a volte troppo.
    Ma sai, noi ormai non ci lasciamo troppo incantare dalle chimere, ma i ragazzi…
    Mi ha fatto piacere risentirti e nel frattempo ti auguro una buona domenica.
    Ciao, Nadia.

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