Musica e luci (seconda parte)

Ma quella telefonata…

Aveva cambiato proprio tutto.

La giovane aveva rievocato nella memoria innumerevoli volte le parole scambiate, le emozioni provate, i silenzi, gli imbarazzi, la gioia di quella mezz’ora circa trascorsa con la cornetta in mano, con la voce di lui nelle orecchie, ed una nuova, strana felicità nel cuore. L’aveva rievocata con così grande frequenza, che era finita col vedere ovunque la scena di lei che prendeva il cellulare, leggeva sullo schermo proprio quel nome in cui lei aveva sperato, si domandava incerta se fosse uno squillo o una chiamata, rispondeva, sentiva il cuore battere più forte all’udire la voce di lui cominciare dopo il proprio, esitante, “Pronto?”. Finita la colazione corse a lavarsi. Mi devo sbrigare ché devo andare dall’estetista e dal parrucchiere. Devo essere perfetta per stasera. Al materializzarsi di queste parole nella sua mente, sorrise. Era molto diversa dal solito, si sentiva più ingenua, sdolcinata, bambina. Ma era felice di provare quelle sensazioni, così a lungo distanti dalla sua mente, partite per un lungo esilio. Non volontario, certo. Gli altri ragazzi che si trovava a frequentare, con i quali prendeva appuntamento, non meritavano tutte quelle attenzioni da parte sua. Ma lui è diverso. Pensò di esserne innamorata. Cosa strana, stranissima in effetti, perché nemmeno lo conosceva bene, o meglio, non conosceva realmente lui come persona, ma se lo era figurato tanto a lungo nei propri pensieri, che sembrava lo conoscesse da tempo e perfettamente. Non osava neanche prendere in considerazione l’eventualità che l’immagine che si era modellata del suo “uomo” fosse lontana dalla verità, come se la maschera che gli aveva affibbiato dovesse per forza di cose aderirgli. Me lo sento, staremo benissimo insieme. Questi ingombranti pensieri certo non l’aiutarono ad ottemperare alla sua stessa richiesta, quella cioè di procedere spedita e di arrivare prima possibile al centro estetico. Fu così che uscì di casa con una buona ora di ritardo rispetto a quanto avesse pronosticato, né riuscì a recuperare terreno durante la strada. Fu rallentata infatti dalla sua amica, o meglio, da ciò che ella stessa non vedeva l’ora di raccontare all’amica. Ripeté la stessa storia alla sua estetista con identiche parole, quasi come se si fosse trattato di un discorso mandato a memoria. Non mi resta che il parrucchiere, pensò, mentre aspettava il resto del proprietario del centro, che la salutò con gentilezza. Le sembrava che tutti le sorridessero, che ciascuna persona che incontrava quel giorno le strizzasse l’occhio augurandole buona fortuna. Seduta sulla comoda sedia girevole nella sala taglio, con un velo di seta sulle spalle e i capelli umidi per lo shampoo, fu più silenziosa, sebbene il suo muto monologo interiore continuasse. Passò in rassegna le diverse occasioni in cui era rimasta delusa da qualcosa o qualcuno, i tanti desideri inappagati, la consapevolezza che questi non si realizzano mai. Stavolta non succederà. Forse stava ingannando se stessa, forse dava un’ultima possibilità all’amore. E se di ultima chance si tratta, meglio giocar bene le proprie carte fino alla fine.

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Musica e luci (seconda parte)ultima modifica: 2009-06-17T18:04:00+02:00da carminedecicco
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