La potenza della scrittura ovvero elucubrazioni sconnesse su scrittura e scriventi

 

 

 

Qui ho pubblicato alcuni versi scritti non molti giorni fa. Parlano di quello che preferisco chiamare il giorno dei morti piuttosto che la ricorrenza della commemorazione dei defunti. Loro tema centrale è il cero che arde nel corso di quella giornata, ma anche delle sere immediatamente successive e precedenti. Un’usanza, questa, che io stesso tengo vivo. Del resto, il tema del ricordo dei cari estinti, il rapporto tra vivi e morti, la «celeste corrispondenza di amorosi sensi» di foscoliana memoria, ha sempre attirato la mia attenzione. Ho infatti dedicato diverse cosucce alla tematica, come appunto i versi di cui sopra.

 

 

 

Scrivendoli, lo confesso, mi sono un po’ lasciato prendere la mano. Me ne sono accorto quando li ho riletti: vi ho riscontrato espressioni, idee, ma anche una certa propensione ritmica – da filastrocca, ha detto qualcuno 😉 – che sono ben lontane dal mio solito modo di scrivere, di esprimermi, di essere. No, niente coscienza alterata da strane sostanze! L’anomalia la imputerei piuttosto ad un altro fenomeno, quello che si potrebbe definire potenza della scrittura. Talvolta infatti accade che non è colui che scrive a controllore ciò che mette su carta. Egli prende in mano la penna, oppure apre la pagina dell’editor di testo sul proprio pc, o si siede davanti alla macchina da scrivere – insomma, avete capito! – e si mette all’opera, avendo in mente di scrivere questo piuttosto che quello o quell’altro ancora. Eppure non sempre le cose vanno secondo i di lui progetti – quelli del tizio che scrive, intendo. Talvolta è la scrittura, individuata una direzione, a procedere come le pare. Il che, da un certo punto di vista, è anche un bene.

 

 

 

E non certo perché se si scrivono castronerie si può dar la colpa alla propria scrittura, con frasi del tipo: «Io volevo scrivere tutt’altro, è stata lei ad intraprendere questa strada!». La potenza della scrittura, il suo riuscire talvolta a prendere per mano l’autore e portarlo per inesplorati sentieri, testimonia la sua vitalità. In un mondo virtuale popolato sempre più da scriventi minimi, sempre protesi a battere il minor numero di tasti possibile per esprimere un concetto, c’è anche una scrittura che non vuole morire, che si nutre delle letture dell’autore, delle sue esperienze, e dà loro vita, senza che questi possa intervenire. L’inconscio di certo gioca la sua parte, ma mi piace pensare che un proprio ruolo lo giochi anche la scrittura in quanto tale, intesa come complesso delle regole, dei modi, delle convenzioni e degli argomenti dello scrivere.

 

 

 

Una scrittura che si oppone alla propria morte tante volte decretata eppure sempre rinviata. Già, perché oltre al web dei bimbiminchia, della massificazione di pensieri e idee sui social network, dei caratteri barbari come k, x, 6, 1, esiste anche il web dei blogger, di coloro che scrivono la propria opinione in maniera compiuta ed originale, il web dei racconti, delle poesie, delle iniziative culturali ed editoriali che partono dal basso. E della scrittura, moderna Frankenstein, che una volta creata procede per conto proprio. E che va assecondata, di tanto in tanto.

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La potenza della scrittura ovvero elucubrazioni sconnesse su scrittura e scriventiultima modifica: 2011-11-07T10:56:00+01:00da carminedecicco
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7 pensieri su “La potenza della scrittura ovvero elucubrazioni sconnesse su scrittura e scriventi

  1. E finalmente qualcuno che scrive senza errori, con la vera intenzione di far arrivare una sensazione, un messaggio, un punto di vista. da scrittore posso condividere in pieno ciò che hai detto, tant’è che anch’io, spesso, lascio che la penna, anzi, le dita scorrano sulla tastiera senza che possa comandarle. Lascio che la mia anima si liberi, poi magari apporto correzioni, ma il senso del pudore, letterariamente parlando, l’ho perso da molto tempo. Un saluto…

  2. Ciao, grazie per esserci venuti a trovare! Siamo molto onorati di sapere che seguirai le nostre gloriose avventure, soprattutto perchè ci piace molto quello che scrivi. Pubblico eletto sempre bello (non stiamo leccando,sinceri).
    Il tema che abbiamo trovato aprendo il tuo blog ci è piaciuto, abbiamo un grande amore per chi ci ha preceduto, nel nostro romanzo ha un ruolo non irrilevante nelle vicende dei protagonisti, è bello che qualcuno oggi scriva dei versi per i defunti. grazie (per i versi). Ciao

  3. Pensa che io continuo ad usare la penna e a correggere, cancellare, riscrivere, martoriare i fogli con l’inchiostro. La scrittura a volte è un vero e proprio raptus creativo emozionale. Il blog è uno strumento di condivisione fantastico perchè ti permette di condividere quelli che prima erano pensieri e idee in un cassetto.

  4. Grazie del tuo ennesimo passaggio sempre gradito e dei complimenti altrettanto piacevoli. Rispondo alla tua domanda. Il nick ha un passato in altre esperienze da blogger. Nonostante io abbia passato da poco la trentina l’esigenza di mantenere inalterata la bellezza giovanile è stata sempre una necessità per me. Non parliamo della bellezza esteriore ma di quella interiore. Di qui il richiamo al protagonista del romanzo, ma invertendone nome e cognome a sottolineare la differente aspirazione di bellezza. Sei un attento osservatore, in pochi mi avevano fatto questa domanda.
    Buona giornata Andrea.

  5. Succede anche me non spesso che quando inizio a
    scrivere continuo senza fermarmi perchè voglio scrivere
    tutto quello che c’è dentro di me e poi con calma dopo qualche
    giorno rileggo e aggiusto il testo.

    Buona giornata Carmine.

    Ciao da Giuseppe.

  6. ciao Carmine,
    per favore, mi dai le coordinate di quel posto dove bruciano la legna in vecchi bidoni…..? Sto a scherzà! Mi hai fatto fare un bel viaggetto rilassante con questa lettera. Peccato non fumare….. A presto. robi

  7. Scrivere è un modo per conoscere se stessi, per sviscerare le sensazioni ed i pensieri più profondi, ma anche la parte più giocosa e leggera di noi.

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