La vigilia del Martedì Grasso

Carnevale AntonioAntonio non aveva ancora scelto il costume da indossare alla sfilata del Martedì Grasso. Mancava appena un giorno, ormai, ma nessuna idea gli era passata per la testa. Eppure era conosciuto da tutti per la sua fantasia e la sua inventiva. Aveva spesso vinto il premio per il miglior travestimento del Carnevale. E quando non aveva trionfato, era riuscito comunque ad ottenere ottimi piazzamenti nella speciale classifica stilata al termine dei festeggiamenti nella notte che precede l’inizio della Quaresima.
Perché allora, quest’anno, sono a corto di idee?, si chiese con aria depressa fissandosi allo specchio. Di rimando, il volto oltremodo barbuto lo guardò con espressione vacua. La verità era che fino ad allora non aveva affatto pensato al Carnevale. Non ne aveva voglia. In effetti, non si sentiva dell’umore adatto per occuparsi di travestimenti, maschere e scherzi. Per correre avanti e indietro a cercare cappelli da pirati, stivali da cow-boy, archi da indiani e quant’altro.
Sto percorrendo la via della depressione, si disse a un tratto, senza che l’affermazione provocasse reazioni di sorta.
Antonio era senza lavoro da un anno.
Beh, qualcosa lo faccio, aggiunse il giovane a mo’ di giustificazione nel suo monologo con la triste immagine riflessa nello specchio grande della sua camera. E in effetti qualcosa faceva: promoter, operatore in un call-center. Dava anche lezioni private di inglese e tedesco. Il problema, in fondo, non erano neanche i soldi. Non ne guadagnava molti, ma gli erano pur sempre sufficienti per lo stile di vita modesto ed equilibrato che conduceva.
La questione è un’altra, si disse guardando l’orologio a muro: aspettava Carlo, che lo aveva praticamente costretto a promettergli di accompagnarlo a scegliere un costume.
La questione era questa: Antonio voleva un lavoro vero, un lavoro che gli desse sicurezza e stabilità, qualcosa di cui andare orgoglioso. Qualcosa di monotono, di cui annoiarsi, come si diceva in quei giorni. Già, era così difficile trovarne uno a quei tempi. Si capisce che la ricerca estenuante di un impiego era ben altra dalla ricerca di un vestito per Carnevale. Ma la prima gli aveva tolto tutta l’energia per la seconda. Quest’anno non mi vestirò, decise il giovane mestamente. Un attimo dopo il campanello bussò.

La vigilia del Martedì Grassoultima modifica: 2012-02-18T22:11:28+01:00da carminedecicco
Reposta per primo quest’articolo

3 pensieri su “La vigilia del Martedì Grasso

  1. Mi piace credere che a bussare a quella porta non siano state altre maschere, che allegre lo invitavano a mascherarsi da pagliaccio…
    Mi pace credere che a bussare sia stata una speranza un sogno eaudito..

    La tristezza che si cela dietro ad una maschera.
    La tragedia della dignita’ che vede trasformormarsi un diritto sacrosanto ed onesto in una mera chimera…

    E non puo’essere solo un carnevale…

    Serena domenica anche a te Carmine.

  2. Sempre bellissimi i tuoi racconti che lasciano spazio alla fantasia del lettore per concludere, a modo suo, la storia.

    Un saluto Carmine!

  3. …il campanello bussò: era la signora Elsa che voleva consigli per un travestimento da impiegato monotono per i suoi due figli…
    Ciao Carmine. Buona settimana. robi

I commenti sono chiusi.