Oktoberfest

OktoberfestL’uomo osservò il proprio boccale vuoto a metà. Sentiva forte l’allegra musica riecheggiare nell’ampio salone alle sue spalle frammista agli schiamazzi degli avventori già brilli e al preoccupante rumore del vetro che sbatte con forza contro altro vetro. Immaginò per un attimo la scena: brindisi, balli, uomini e donne di mezz’età in posa per le foto di rito con i boccali in mano, bambini che divoravano i wurstel ricoperti di maionese, giovani che facevano a gara a chi finiva per prima il litro di birra. Sorrise tra sé e sé non senza un velo d’amarezza, contento di essere uscito all’aria aperta ed essersi perso quello spettacolo. Il cielo era coperto, colorato di un grigio tenue e insolito, ma l’aria era appena un po’ fresca. Il vento che soffiava a faceva vibrare i leggeri rami degli alberi non era sufficiente a contrastare la temperatura del sole, sebbene questo fosse nascosto dietro una spessa coltre di nuvole. L’autunno era cominciato tardi quell’anno. Bevve un sorso di birra, quindi alzò la testa. La piazza sulla quale si affacciava il locale era ormai deserta, anche il tabacchi che stava di fronte stava per chiudere. Nel veder l’anziano proprietario trafficare con la serranda si alzò di botto e lo raggiunse, il boccale ben saldo nella mano. Chiese una confezione di sigari, della stessa marca che fumava un tempo. Quando ebbe tra le mani il pacchetto marrone chiaro si diresse alla panchina più vicina e vi si sedette con lentezza. Poggiò il bicchiere a terra dopo aver dato un’altra, generosa sorsata, che ridusse considerevolmente le quantità del liquido biondo che riposava non troppo tranquillo al suo interno. Per un attimo si domandò perché avesse comprato i sigari. Erano anni che non fumava più, almeno da quando l’aveva lasciata. Il pensiero gli fece più male di quel che si aspettasse. La rivide in tutta la sua consistenza, come non accadeva da tempo. Bella, bella come era sempre stata. Era insieme a lui a Monaco, all’Oktoberfest vero, non quel surrogato di provincia che stava vivendo con alcuni amici di vecchia data. Erano partiti l’ultimo mercoledì di settembre in pullman, desiderosi di staccar la spina per un paio di giorni e finalmente vivere da vicino la rinomata festa bavarese. Si sorprese a ricordare ogni particolare di quella breve vacanza: gli enormi tendoni, le panche scomode,  i cappelli a forma di boccale, i vestiti tipici delle cameriere, perfino gli abiti che lei indossava. Sospirò, quindi aprì il pacco di sigari. In fondo, quello era un buon giorno per ricominciare a fumare.

Oktoberfestultima modifica: 2012-10-08T22:52:00+02:00da carminedecicco
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Un pensiero su “Oktoberfest

  1. se i ricordi fossero uno sport, su quella panchina, con birra e sigaro, si è giocata una finale di consolazione…

    Ciao Carmine, sei uno scrittore atmosferico! robi

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