AgriCultura – Diario di un giornalista con l’hobby della coltivazione (5)

 

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Ebbene, questa ve la devo proprio raccontare. Un paio di giorni fa ero stato inviato dal giornale per il quale lavoro a seguire la conferenza stampa indetta dall’Ente Parco Nazionale del Vesuvio.

Si trattava del solito appuntamento pre-natalizio: auguri di feste felici a tutta la stampa e illustrazione delle attività in programma nell’anno nuovo. Una novità, però, c’era: niente sala conferenza ad accogliere i cronisti, bensì l’ampia radura che segnava l’ingresso ad uno dei sentieri che si inerpicano sul vulcano della provincia napoletana.

Ora, io che amo la natura capisco bene l’importanza e la bellezza di una tale cornice per l’evento, ma, accidenti, a dicembre fa freddo! Prendendo appunti cercavo di non distrarmi al pensiero della stanza riscaldata che di solito ospitava noi giornalisti nel corso delle altre comunicazioni. Non era certo facile, eh, col vento gelido che prendeva a schiaffi quei pochi centimetri di pelle che avevo lasciato scoperto e le rigide temperature che mi facevano temere un’imminente nuova glaciazione.

Ad un certo punto ho immaginato che qualcuno dietro di me ponesse una domanda e io girandomi per capire se conoscessi il collega vedevo un pinguino con tanto di agendina per le note e cappello da cronista. Sarà stato a quel punto che mi son distratto non riuscendo più a ritrovare l’attenzione. E così quando tutti hanno cominciato a camminare seguendo l’interlocutore li ho seguiti passivamente pensando che probabilmente voleva mostrar loro come crescevano gli alberi piantati nell’area protetta nel corso di qualche occasione speciale, tipo compleanno del Parco o cose del genere.

Avevo fatto solo pochi passi quando una domanda catturò la mia attenzione e mi fece assalire dall’emozione. No, a parlare non era stato il pinguino iscritto all’Ordine dei Giornalisti, ma uno dei pezzi da novanta del Parco Nazionale.

«C’è un contadino in mezzo a voi?».

Capirete bene la mia emozione. Da piccolo, quando guardavo i film in cui qualcuno chiedeva se ci fosse un medico tra i presenti, non potevo fare a meno di ammirare la prontezza di spirito nonché l’utilità dei dottori, capaci di correre in soccorso in ogni tipo di situazione. Chissà, mi chiedevo, se un giorno anch’io saprò far come loro.

«Ci sono io!» fu dunque la mia naturale risposta. Sì, c’ero io, dall’alto della mia esperienza da coltivatore maturata negli ultimi tempi grazie ai consigli di qualche parente e a poche altre cose lette su internet.

Corsi verso chi parlava e chiesi quale fosse il problema: mi mostrò le foglie di vari alberi – quelle non cadute, ovvio – piene di numerosi fori dalle piccole dimensioni. Assunsi l’aria da grande esperto mentre guardavo e riguardavo le foglie. Non sapevo bene cosa fare, ma volevo ad ogni costo non darlo a vedere, stanti le innumerevoli facce dei colleghi rivolte verso di me. Qualcuno mi faceva foto, altri paparazzavano le foglie deturpate, alcuni scrivevano appunti.

«Ho bisogno dei miei strumenti» sentenziai dopo qualche minuto con aria seria e disinvolta.

«Terminata la conferenza correrò a casa a prendere ciò di cui ho bisogno per sistemare le piante. Basterà un po’ del mio trattamento e tutto ritornerà come prima» dissi, glissando sulle richieste di chi pretendeva di sapere cosa affliggesse le povere piante.

«Non voglio rubare la scena, non sono spiegazioni da pochi secondi!» sbottai con l’aria di chi se ne intende, immaginandomi già a correre a rotta di collo verso la campagna in cui lavora mio zio per portarlo con me e chiedergli cosa diavolo fossero quei dannati buchi!

Ps: per la cronaca si trattava di fori provocati da pistole a piombini. Non vi dico l’imbarazzo quando l’ho dovuto spiegare ai tizi del Parco!

AgriCultura – Diario di un giornalista con l’hobby della coltivazione (5)ultima modifica: 2012-12-22T22:46:00+01:00da carminedecicco
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Un pensiero su “AgriCultura – Diario di un giornalista con l’hobby della coltivazione (5)

  1. ciao Carmine,
    se m’infiltravo nella delegazione dei giornalisti (compro il giornale tutti i giorni) ed avessero chiesto se c’era qualche pistolero di piombini, mi sarei fatto avanti con fierezza perchè è stato il mio giocattolo preferito nelle vacanze estive in campagna…

    Buon Natale e non prendere freddo… robi

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