Siddharta – 10 pagine x 10 libri

 

Un giorno tu sarai un santo, o Siddharta

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Bastano poche pagine per innamorarsi di Siddharta, romanzo del tedesco Hermann Hesse apparso per la prima volta nel 1922. Una decina, non di più. Libro perfetto, dunque, da annoverare nella lista di quelli da leggere per l’iniziativa “10 pagine x 10 libri”.

L’unico inconveniente – se inconveniente lo si può chiamare! – è il fatto che dopo le prime pagine non ci si può fermare, e ben presto si finisce col leggere l’intero volume. Del resto, le dimensioni non sono affatto proibitive, e le prosa di Hesse è così soave…non è un caso che l’autore lo abbia definito un “poema indiano”.

Di musicalità e di “poeticità” l’opera è imbevuta profondamente. Ogni parola è scelta con cura, ogni frase sembra occupare il miglior posto possibile all’interno della pagina. E la trama, poi! Già dall’esordio si capisce che il romanzo è tutto improntato su una sorta di fenomenologia della ricerca. Siddharta, figlio di un Brahmino, è un giovane dottissimo e devotissimo, che tuttavia decide di abbandonare un roseo futuro per seguire dei Samana, scarni asceti. Un’ansia di infinito, di conoscenza, di comprensione pervade il giovane Siddharta, così come poi veicolerà le sue scelte quando sarà più maturo, più vecchio. Ma questo più avanti, oltre le canoniche dieci pagine dell’iniziativa…

Quello di Hermann Hesse è un romanzo sull’inquietudine, sulla ricerca dei propri valori, della propria identità, romanzo che ha appassionato generazioni di giovani lettori, che hanno visto nel personaggio senza tempo che ha girovagato per un’India sfocata, non puntualizzata dall’autore, uno specchio della propria ricerca, della propria anima. E lo hanno apprezzato (anche) per questo.

Siddharta – 10 pagine x 10 libriultima modifica: 2013-03-23T11:36:00+01:00da carminedecicco
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Un pensiero su “Siddharta – 10 pagine x 10 libri

  1. ciao carmine,
    l’ho letto parecchio tempo fa, trovandolo veramente scorrevole come hai scritto tu e nella tua interpretazione ho ritrovato quella grandezza che avevo dimenticato. Grazie.

    Buona primavera. robi

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