Sì sì, tienimi il posto. Tanto tra un quarto d’ora sto lì.
Comincia così questa storia, con una frase un po’ azzardata e con la mia espressione interdetta nel momento in cui mi son reso conto che no, proprio non sarei riuscito ad arrivare in tempo.
Ma tentar non nuoce, si è sempre detto. E così ecco che comincio a correre da una stanza all’altra mentre contemporaneamente preparo il mio inseparabile borsello e tento di ricordare quali telefonate devo necessariamente fare.
O almeno così pare. Accelero un po’ superando tutte quelle auto lentissime che, guarda caso, sembrano circolare per strada esclusivamente quando tu hai fretta: dopo un po’ arrivo in vista della stradina che si inerpica dietro Piazza Amodio e conduce alla sede del concerto di musica jazz. Concerto al tramonto, eh, mica pizza e fichi!
Come al solito sbaglio a non parcheggiare non appena scorgo un posto auto libero, sempre convinto che più avanti, più vicino, ci sia un parcheggio migliore. E così eccomi costretto a far di nuovo il giro del senso unico mentre guardo rassegnato l’orologio della mia vettura che impietosamente mi dice: sei in ritardo!
Finalmente posteggio l’automobile e comincio a salire a piedi: sì, la strada è in salita, ma se non fosse per la fretta sarebbe una piacevole passeggiata. In parte la stessa che si percorre per visitare il Presepe Vivente di Pollena, ospitato nello stesso borgo.
Già nel veder da lontano il vialone alberato costeggiato da ceri accesi ho la conferma che lo sfondo che ospiterà le note jazz sarà suggestivo. Salgo qualche rampa di scale e sono immerso in uno splendido e ampio giardino. Automaticamente mi giro indietro, come a chiedermi dove sia finita la città, con gli impegni, le corse, i problemi che essa porta con sé. Sono bastati pochi passi, in fondo, per entrare in quella che sembra davvero un’isola di pace.
Son belli sì. Indugio un attimo, poi esco sull’ampio terrazzo che ospiterà il concerto di Marco Zurzolo, Francesco Nastro e Antonio Onorato. Rintraccio Giusi e mi siedo accanto a lei, dopo le dovute presentazioni con gli altri. Rifletto sul fatto che da lì si può godere davvero di uno splendido panorama: dal mare ai monti, col Vesuvio alle spalle. Quando il marchese Domenico Cappelli acquistò la villa nel 1833 fece davvero un’ottima scelta.
Mi guardo intorno, tutti sono protetti da giacche o giubbotti. Osservo triste le mezze maniche della mia maglia e mi preparo a gelarmi. Un ottimo modo per cercare di alleviare il mal di gola che mi tormenta da stamattina, non è vero? Ma tant’è, chi sbaglia paga e…i brividi sono i suoi.
I pezzi dei maestri agli strumenti rendono ancor più bello uno spettacolo di per sé fantastico. Io mi divido tra sguardi ammirati, ascolti estasiati, foto e brevi registrazioni. Scambio qualche chiacchiera con i vicini. Certo, ho davvero freddo e domani il mio mal di gola potrebbe diventare ben altro, ma adesso davvero non riesco a pensarci. Hic manebimus optime.