Folgorazione numero quattro

  L’aria profuma di freddo, castagne, acquisti e gas di scarico di auto in coda. È sempre così nelle domeniche di Dicembre, specie nel dopomessa mattutino, verso l’una. In cielo il tacito sole fa mostra di sé, senza tuttavia riscaldare, tutt’altro, ma di neve neanche un fiocco, nemmeno a pagare. Di addobbi, ce ne sono, e tanti. Li fisso e … Continua a leggere

Folgorazione numero tre

  Fisso insensibili e insensate vetture proseguire rapide nella sera consueta, bagnate da inconsistenti gocce di pioggia che ai margini della via rimpinguano pozzanghere nelle quali si riflettono, malinconiche e degradate, luci di case, fanali e lampioni: miseri fari postmoderni nelle notti di noi viaggiatori che con i beat abbiamo in comune solo la sconfitta. Cerco di cogliere il miracolo … Continua a leggere

Folgorazione numero due

    Pigre le luci della città si accendono mentre nei cieli sfilano macabri cortei di nubi nere che domani promettono tempesta. Ma prima che l’oggi muoia restano ancora ore asciutte da vivere in compagnia di alti pioppi che tremano nel vento e parlano un’arcana lingua dimenticata dai più. Muto li ascolto lamentarsi: sovrastano per altezza gli altri alberi, eppure … Continua a leggere

Folgorazione numero uno

Di lontano qualche lampo gioca ad accendere e poi spegnere il cielo di questo tardo pomeriggio novembrino sotto gli occhi della Luna piena che ora vince, ora perde la concorrenza con le grosse nubi gravide di pioggia che il vento, insensibile, porta a spasso per la scura volta celeste senza un preciso perché. Vago nell’aria fredda fissando il fumo dei … Continua a leggere