Carmine De Cicco

STAGIONE DELLA MORTE E DELLA SOPRAFFAZIONE (1)

E poi, dopo queste donne, m’apparvero certi visi

diversi e orribili a vedere, li quali mi diceano:

<<Tu se’ morto>>.

(DANTE, Vita Nova, XXIII 4)

 

 

 

Sono steso sul pavimento della mia camera, senza nemmeno la forza di aprire gli occhi. Dalla finestra si diffonde il rumore di una pala. Proviene dal giardino, dal giardino di casa. Solo ora mi rendo conto che ho sempre odiato quel suono robusto e monotono. Piu’ della mia stessa vita. Il lampadario che pende sulla mia testa e’ acceso. Illumina inutili suppellettili e regali bagnati. Un rimorso, come un’insistente mosca, mi ronza nella testa, sempre meno coperta da capelli. Nelle stanze attigue non una voce, non una parola familiare. Devo essere rimasto solo. In effetti negli ultimi anni lo sono sempre stato, e’ tempo di abbandonare le insensate illusioni. La colpa, sara’ stata anche mia. Un altro peccato da mettere in conto. E da scontare. Mi conforta il fatto che sono gia’ morto.

 

 

 

 

STAGIONE DELLA MORTE E DELLA SOPRAFFAZIONE (1)ultima modifica: 2009-07-18T13:40:00+02:00da
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