Carmine De Cicco

La neve agognata

 

Prima di accendere la solita sigaretta del dopocena, Patrizia si diresse alla finestra del salone e lanciò un’attenta occhiata fuori. Vide l’insegna del bar ancora accesa, sebbene la serranda fosse abbassata, vide un paio di macchine posteggiate alla bell’e meglio accanto all’ingresso della chiesa, vide perfino qualche ragazzo seduto sulla panchina a chiacchierare, nonostante le temperature prossime allo zero, ma della neve non c’era alcuna traccia. La televisione andava continuamente ripetendo che in quella freddissima settimana di febbraio sarebbe nevicato anche lì, nel suo paese, ma a quanto pareva gli esperti si erano sbagliati. O forse, pensò la donna sedendosi accanto al termosifone e ispirando profondamente il fumo appena nato, non è ancora giunto il momento giusto. Da quando aveva sentito parlare del clima più rigido degli ultimi trenta anni, Patrizia si era regolarmente affacciata da finestre e porte ad ogni occasione. Sperava con gioia fanciullesca di veder cadere i bianchi fiocchi dal cielo, uno spettacolo al quale non era certo abituata. Desiderava da sempre – da sempre – vedere la neve, a dispetto del suo essere freddolosa. Le sarebbe piaciuto tantissimo guardare il giardino di casa sua completamente imbiancato, scattare foto, scendere a toccare con mano il candido manto piovuto dal cielo e disteso sul terreno di solito così scuro. Probabilmente avrebbe cominciato a chiamare a voce alta i suoi figli intimandoli di correre lì da lei, ché nevicava, e poi senza aspettarli si sarebbe incappottata e sarebbe corsa incontro alla neve. Già, sarebbe successo pressappoco così. Ma i fiocchi non si decidevano a cadere, e Patrizia continuava ad aspettare…

 

La neve agognataultima modifica: 2012-02-08T19:07:00+01:00da
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