Carmine De Cicco

Folgorazione numero uno

Di lontano qualche lampo gioca ad accendere e poi spegnere il cielo di questo tardo pomeriggio novembrino sotto gli occhi della Luna piena che ora vince, ora perde la concorrenza con le grosse nubi gravide di pioggia che il vento, insensibile, porta a spasso per la scura volta celeste senza un preciso perché. Vago nell’aria fredda fissando il fumo dei comignoli fare capriole che se non fossi mesto definirei allegre. Qualche luce della via si immerge in un ostinato silenzio preparando l’avvento della sera pronta a distendersi col suo manto anche su questa estrema periferia del mondo. E io nel trapasso vado, cercando una parola che confessi tutti i miei sentimenti nell’immenso spazio di tre sillabe. Gocce d’acqua mi bagnano il viso. Taccio.

 

Folgorazione numero unoultima modifica: 2010-11-22T19:21:00+01:00da
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