I giorni del contagio (12)

Fonte foto: rete internet

Il cielo è stato grigio per tutto il giorno. Ha tenuto il sole nascosto, fatto abbassare le temperature. Ha fatto freddo, oggi, c’è stato vento, e ancora adesso soffia e ulula su una città a quest’ora pressoché deserta. È l’unico rumore, quello del vento, in questo lunedì sera che di primaverile non ha che la data: dalla casa della vicina … Continua a leggere

AgriCultura – Diario di un giornalista con l’hobby della coltivazione (4)

  Dannata sia Medusa, maledetta megera! Ti pareva che quando io mi decidevo finalmente a metter nel terreno le mie anone non veniva il diluvio universale o giù di lì? Che tempo infausto, che meteo inclemente! Neanche ventiquatt’ore alle mie piantine per ambientarsi nella loro nuova casa, e vien giù tanta di quella pioggia da riempire il Grand Canyon dell’Arizona. … Continua a leggere

Folgorazione numero dodici

L’ inquietante dondolio di un vecchio sacco da boxer mi riempie la vista mentre sento l’umidità penetrarmi nelle ossa,immerso come sono in quest’aria di cera mossa da un vento straniero ed apatico. La luce incerta di un lampione malfunzionante impone alla scena un’aria malinconica, e io mi sento protagonista di un quadro che non mi piacerebbe guardare. Poi d’improvviso si … Continua a leggere

Ottobre: i mei 3 haiku

Ispirato dalla lettura degli haiku sul blog NonClassificabile di Noemi Cuffia ho provato anche io a scriverne qualcuno. L’Haiku è un breve componimento tipico della tradizione giapponese, costituito da tre versi e 17 sillabe. I Giunge ottobre dolcemente porta pioggia funghi e castagne. II Vento fresco foglie che trascolorano profumi antichi. III Autunno scrivo sotto una pioggia di foglie malinconia.

Senza titolo

  No,  non ho voglia di uscire stasera, confondermi con l’ordinato trambusto della gente, sentire sorrisi coprire le mie parole poco convinte.   No, stasera non ho coraggio di sentirmi amato, intrecciare alle mie mani altre mani, trovare conforto in ingenui baci.   Avessi almeno la forza di odiare, si dileguerebbe parte di questa tristezza: ma sono così  imbelle, capace … Continua a leggere

Folgorazione numero quattordici

  Appena sceso dalla redazione sono investito dalla gioia del lavoro finito, un’emozione forte e viva come mai prima d’ora, che quasi fa girare la testa. Cammino lento tra le stradine che tra poco si vestiranno da Betlemme, accompagnato da un vento che il sole non riesce a scaldare. Le vetrine dei negozi sono addobbate a festa, anche i manifesti … Continua a leggere

Folgorazione numero dieci

  Spinto da una parte indefinibile del mio io sono uscito di casa e ho preso a passeggiare sotto il cielo immobile, guardando gli alberi ora leggermente sfocati dal vento, ora stagliati con serietà ed evidenza sulle bianche nuvole. Accarezzato dal profumo delle caldarroste e della legna arsa nei camini delle vicine case, ho camminato e camminato a lungo, ripercorrendo … Continua a leggere