Carmine De Cicco

Notte di Natale

 

Per curiosità sono andato a rileggere questa vecchia poesia che scrissi quattro anni fa, nella notte tra il 24 e il 25 Dicembre. Non la ricordavo affatto. Mi ha molto sorpreso leggerne il contenuto, confrontarmi col tono e l’umore di allora. Ho deciso di riportarla qui sul blog, per ricordare, dapprima a me stesso, come dei momenti tristi e bui, che mentre si vivono appaiono insormontabili, ben presto si perda la memoria.

 

L’organo sacro, nella cattedrale

che accoglie i fedeli in preghiera, note

di giubilo va liberando; lungo

le strade, dimesse, ma illuminate

da colori di festa, qualche botto,

nota profana, rompe

il freddo silenzio; lì, nelle piazze

di paesi e città, è tutto ballo,

canto: là rinasce Dioniso invece

che Cristo. E nelle case,

dolci e accoglienti, tra addobbi, presepi,

calor di camino, giocano i miei

amici d’azzardo, coi danari.

Io, vicino a un calorifero spento,

da solo, aspetto l’alba che sarà:

dispenserà gioie e regali a bimbi

piccini, ad anziani e giovani amori.

Eppure, io penso a colui che feste

non conosce, a chi l’odia

e non sa, non può, festeggiarle. Non

per tutti Natale è giorno speciale,

ma solo uno, tra altri trecento e più,

da superare, nell’avvicinarsi

alla morte, liberatrice nostra.

Notte di Nataleultima modifica: 2010-12-27T18:05:00+01:00da
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