Per curiosità sono andato a rileggere questa vecchia poesia che scrissi quattro anni fa, nella notte tra il 24 e il 25 Dicembre. Non la ricordavo affatto. Mi ha molto sorpreso leggerne il contenuto, confrontarmi col tono e l’umore di allora. Ho deciso di riportarla qui sul blog, per ricordare, dapprima a me stesso, come dei momenti tristi e bui, che mentre si vivono appaiono insormontabili, ben presto si perda la memoria.
L’organo sacro, nella cattedrale
che accoglie i fedeli in preghiera, note
di giubilo va liberando; lungo
le strade, dimesse, ma illuminate
da colori di festa, qualche botto,
nota profana, rompe
il freddo silenzio; lì, nelle piazze
di paesi e città, è tutto ballo,
canto: là rinasce Dioniso invece
che Cristo. E nelle case,
dolci e accoglienti, tra addobbi, presepi,
calor di camino, giocano i miei
amici d’azzardo, coi danari.
Io, vicino a un calorifero spento,
da solo, aspetto l’alba che sarà:
dispenserà gioie e regali a bimbi
piccini, ad anziani e giovani amori.
Eppure, io penso a colui che feste
non conosce, a chi l’odia
e non sa, non può, festeggiarle. Non
per tutti Natale è giorno speciale,
ma solo uno, tra altri trecento e più,
da superare, nell’avvicinarsi
alla morte, liberatrice nostra.
passo solo ora a ricambiare gli auguri perchè avevo staccato la spina per qualche giorno
sai, capisco bene il tono della tua poesia
è molto più vera di tutti quegli addobbi scintillanti e inutili che si vedono in giro
una volta Natale mi piaceva
non so quando ha smesso di essere una bella festa
fortuna che ho i bambini che mi coinvolgono
:-)mandi Carmine
e buone feste anche a te
Natale è sempre un periodo difficile quando non si è più bambini. Tempo di bilanci, tempo di riflessione. Per i vecchi un avercela fatta un altro anno. E resta il dolore. Buon 2011 Carmine
FELICE ANNO 2011
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DAL CORVO .
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PS. TI HO RISPOSTO ……..