Carmine De Cicco

Commemorazione dei defunti: il cimitero

 

Il sole è alto nel cielo. L’aria pulita, senza nubi o foschia. Il vento soffia con decisione, lambisce i volti delle persone che camminano come in processione lungo le strade divenute pedonali per la ricorrenza.

 

Il cimitero è affollato, lo si capisce prima di entrarvi. Fuori dai cancelli qualche zingara chiede soldi in cambio di benedizioni. C’è chi vende lumini, molti altri commerciano in fiori.

 

Dentro gente col vestito buono e crisantemi in mano porge un saluto ai cari estinti. C’è odore di fiori ovunque, gli altoparlanti diffondono la voce stentorea del prete che dice messa nella vicina cappella.

 

Gettando lo sguardo a destra e a sinistra si vedono foto in bianco e nero, a colori. Nomi e cognomi, riassunti troppo brevi di vite già finite. Date di nascita e date di morte. Alcune molto vicine tra loro, altre distanti.

 

C’è la fila per usare la scala in ferro con le rotelle, serve per raggiungere le tombe più alte.

 

Ci sono lapidi, mausolei di famiglia, statuine. Ci sono luci e fiori, oggetti lasciati accanto ai defunti.

 

Ci sono anche tombe abbandonate, storie che nessuno conosce o che sono state dimenticate. Ci sono morti che hanno nomi e cognomi, ma nessun parente.

 

Ci sono tombe che accolgono diversi corpi. C’è una ragazza che piange sola, seduta sull’erba. Nessuno sa dire perché.

 

Commemorazione dei defunti: il cimiteroultima modifica: 2011-11-02T11:54:00+01:00da
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