San Martino – Una fiaba

 

 

C’era una volta, tanto tempo fa, un soldato molto in gamba che combatteva nell’esercito più forte del mondo, quello di Roma. Siccome amava molto le battaglie e gli scontri, quando ebbe un figlio lo chiamò Martino, in onore di Marte, il dio della guerra nel quale credeva. Crescendo, Martino dimostrò di essere molto diverso dal padre: amava la pace e la tranquillità. Per questo motivo non voleva diventare un soldato, ma quando compì quindici anni dovette farlo, perché così diceva la legge di quel tempo. Anche quando entrò nell’esercito, però, Martino non cambiò la propria personalità, e fu buono e disponibile con tutti.

Un giorno d’autunno, mentre usciva dalla città di Amiens, incontrò un mendicante coperto soltanto di stracci. Capì subito che l’uomo aveva freddo, e non esitò a tagliare con la spada il proprio bellissimo mantello di calda lana. Ne donò quindi metà al povero mendicante, che lo ringraziò commosso. Il gesto di Martino fu così buono che Gesù, per ricompensarlo, fece apparire il sole tra le grigie nubi del cielo di novembre, e in poco tempo l’aria si riscaldò come se fosse estate. Martino andò via soddisfatto, senza preoccuparsi dei rimproveri che avrebbe ricevuto quando i suoi superiori avrebbero scoperto che aveva tagliato il mantello. La notte, durante il sonno, il giovane soldato sognò Gesù che gli restituiva il mantello, e quando si svegliò trovò il proprio mantello di nuovo intero. Fu quello un segno importante per Martino, che alla fine decise di abbandonare la vita militare per vivere di preghiera e aiuti al prossimo.

Divenne così un monaco, e fu amato e rispettato da tutti. La sua fama crebbe così tanto che il papa lo mandò a chiamare perché voleva farlo diventare vescovo. Martino era però umile, e preferiva essere un semplice monaco e continuare a vivere nel suo monastero. Perciò quando gli aiutanti del papa vennero a chiamarlo, lui andò a nascondersi in un altro monastero, sperando di essere al sicuro. Il nascondiglio, però, non si rivelò molto adatto: era pieno di oche, che presero a far qua qua qua non appena arrivò Martino. Fu così che il giovane monaco fu trovato e condotto dal papa, che lo nominò vescovo.

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Martino col tempo riconobbe che esser vescovo non era poi così male, e continuò ad essere la persona di prima, sempre attento ai poveri e sempre pronto a convertire quanti ancora non credevano in Dio e Gesù. Un giorno incontrò degli uomini che veneravano un albero come se fosse un dio. Martino invitò loro a tagliarlo, perché era soltanto un albero, ma quegli uomini per sfidarlo gli dissero che avrebbero tagliato l’albero se lui fosse rimasto sotto mentre cadeva.

Martino aveva fiducia in Dio e voleva dimostrare a quegli uomini che esisteva, perciò non esitò a mettersi sotto l’albero e quando fu tagliato non si mosse: fu l’albero che mentre cadeva e stava per finirgli addosso si rialzò e cadde poi dall’altro lato. Gli uomini da allora in poi cedettero in Dio, e Martino ne fu molto felice.

Dopo quel giorno il vescovo continuò a vivere la sua vita in maniera pacifica e tranquilla, tra l’amore di tante persone.

 

San Martino – Una fiabaultima modifica: 2012-11-11T00:11:00+01:00da carminedecicco
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