L’assalto

 

Cenere siamo dei passati ideali…

 

Auto - Assalto.jpg

Ci appostiamo sulla cima della collina, consci che utilizzare questo termine per designare l’altura nata dalla sintesi di terra, rifiuti e diroccate rovine, divenuta ora il confine pseudo-naturale tra i due dipartimenti, è soltanto un mero eufemismo, un inutile testimone di uno sventurato passato. Siamo la squadra al completo. Nessuna defezione, nonostante anche da noi si scorgano le prime avvisaglie della grande Epidemia che sta devastando l’intero Globo. Da tempo non mettevamo piede qui e quasi nella nostra memoria era stato cancellato lo sfarzo, il lusso, l’ordine che si offre ora ai nostri occhi. Su tutto domina il Palazzo, con l’enorme stringa del Poeta scritta a caratteri cubitali:


LA VOSTRA FILOSOFIA È IL LAMPO CHE PRECEDE LE TENEBRE


Riteniamo che non sia da lui stata prodotta, ma forse ci inganniamo, visto che lui è il solo ad avere la licenza di produrre testi letterari, e non riusciamo a ricordare come le cose andassero prima di questa grigia era. Spostiamo il nostro sguardo sulle strade che partono dal Palazzo e si inoltrano nei meandri del dipartimento. Vediamo le innumerevoli sedi delle banche, gli uffici di cambio, quelli di prestito: ci disgustano…


Raccogliete i brandelli vostri

Vessati e distrutti.

Raccogliete le vostre paure

Stanche e canute.

Raccogliete la rabbia

Fiera ed eterna.

Già, lontana, l’estrema tuba risuona

E l’eroico istante alla storia ci chiama.


Le parole della nostra canzone ci infondono coraggio, e quella santa incoscienza tanto utile quando sono da affrontare pericoli enormi, imprese al di sopra delle proprie possibilità. Minuziosamente controlliamo l’ora, ripassiamo i piani e i ruoli, nervosi, fissiamo la strada, futuro teatro della nostra battaglia.


ora: + 2 WS o.

luogo: strada 14 A; km 10

missione: automobile, impossessarsi di; non arrecare gravi danni; imboccare 16 C; km 4 nuove istruzioni


Sorridiamo malinconici rileggendo le concise istruzioni della missione. Sappiamo che dovremo essere rapidi nell’agire, chirurgici, non dobbiamo fare prigionieri. L’automobile del banchiere T. passerà tra 15 minuti sotto la nostra postazione. Bisogna bloccarla ed impadronirsene. L’ansia cresce coll’avvicinarsi dell’ora esatta, riempiamo il cuore di odio per avere la forza necessaria, ci guardiamo negli occhi, ci infondiamo coraggio, poi, finalmente, la vediamo. Maestosa, solenne, lenta, avanza incurante di cosa giace intorno ad essa. Lo scintillante grigio metallico della carrozzeria è così diverso dal grigio, pesante e consueto, delle nuvole in cielo, delle facce degli uomini, qui sulla terra, dell’umore di ognuno, in fondo ai cuori. Ciò che è in strada non si riflette nemmeno sui vetri scuri dell’auto, neri e spessi, quasi come se questa emanasse una luce propria, capace di rendere migliore, anche solo per un attimo, ciò su cui si posa. Anche dai fari si sprigiona una luce, di colore blu, intensa, calda. Le enormi ruote nere sicure girano mostrando tutta la propria potenza di traino, sembrano invincibili.


Tutto accade in un momento, il tempo di fissare per un secondo in più rispetto agli altri l’auto, e mi ritrovo bambino. Un’immagine, null’altro. Sorridevo felice a mia madre che preparava la cena. Mio padre era da poco rincasato. Vestiva la sua più cieca fiducia nel futuro, nei tempi che sarebbero venuti, nel progresso. Lui lo amava, il progresso…


Noi invece lo odiamo! Alziamo i nostri gridi al cielo sputando sangue e rancore. Corriamo verso il nostro bersaglio. È ora di agire…



È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze

perché esse sembrano assurde e inattuabili.

Le conservo ancora, nonostante tutto,

perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo.

Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte,

della miseria, della confusione.

Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto,

odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure,

partecipo al dolore di milioni di uomini,

eppure quando guardo il cielo,

penso che tutto si volgerà nuovamente al bene,

che anche questa spietata durezza cesserà,

che ritorneranno l’ordine, la pace, la serenità.

[Anna Frank]

L’assaltoultima modifica: 2010-04-07T09:34:00+02:00da carminedecicco
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Un pensiero su “L’assalto

  1. Ho letto il tuo post, un paio di volte, scusami se ti dico che mi ha lasciato un po’ estraneo, non si è lasciato penetrare. Sicuramente è colpa mia, di una mcanza d sintonia sulle tue parole. Buona giornata. NM

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