I giorni del contagio (1)

Anita già dorme, io mi concedo ancora qualche minuto prima di mettermi a letto per fare il bilancio di questa strana giornata. Stamattina in strada credevo di incontrare meno gente. Niente traffico o assembramenti, sia chiaro, ma pensavo che le misure di contenimento della diffusione del virus disposte ieri sera avessero tenuto in casa più persone. Dall’ufficio vedo gente fare pazientemente la fila fuori all’ingresso del nuovo supermercato, ogni tanto getto l’occhio per capire quando è opportuno andare a fare un po’ di spesa. Intorno a ora di pranzo entro senza attesa. I commessi hanno tutti le mascherine, così come molti clienti. L’altoparlante di tanto in tanto interrompe le voci e le canzoni della radio per invitare a mantenere la distanza di sicurezza, ad evitare di affollarsi in questa o quella corsia. Mentre sto pagando l’ingresso viene di nuovo bloccato, esco io, entra il primo della nuova, piccola fila che si sta formando. In strada un mezzo della protezione civile invita a restare a casa, qualcuno dai balconi delle abitazioni riprende la scena con il cellulare. Rincasando, dall’auto, vedo alcuni cartelloni affissi alle ringhiere, con colorati arcobaleni e la scritta “Andrà tutto bene”. Rientrato in casa perdo tempo a disinfettare tutte le cose che ho portato in giro. Mentre lo faccio penso che è tutto così strano, sembra un po’ come un film. E adesso che ci ripenso con maggior distacco, lo sembra ancor di più.La Primavera che non arriva

I giorni del contagio (1)ultima modifica: 2020-03-12T23:45:01+01:00da carminedecicco
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