Musica e luci (terza parte)

E se di ultima chance si tratta, meglio giocar bene le proprie carte fino alla fine.

A pranzo non assaggiò quasi nulla, pensando che fosse meglio mantenersi leggera, chissà dove l’avrebbe portata quella sera, che sempre più a grandi passi si avvicinava. Forse in un ristorante romantico, magari con un bel panorama. Non riusciva a risolvere il mistero. Dovunque andremo sarò felice, e chiuse salomonicamente la disputa. Trascorse il primo pomeriggio a scegliere l’abbigliamento, sebbene avesse da  giorni deciso cosa indossare. Eh già, l’ho comprato apposta per quest’occasione. Il secondo pomeriggio fu speso nel rito della preparazione. Sistemò nella camera da bagno tutto ciò che le sarebbe occorso per farsi bella, anche se poi non ce n’era assolutamente bisogno, empì la vasca di acqua, contaminandola poi con un unguento profumatissimo, e vi si immerse dentro, lentamente e solennemente. Stasera devo essere perfetta, fu ancora una volta il suo pensiero, ma inconsciamente attendeva a quella sorta di sacro cerimoniale per eliminare alcune fastidiose ombre che di tanto in tanto velavano il suo sorriso. Ombre dipinte con i colori della possibilità di una delusione. Nemmeno voglio pensarci. Quando finalmente fu pronta, sedette dinanzi alla televisione, aspettando l’imminente arrivo di quello. Ingannava l’attesa torturando il telecomando e ignorando l’orologio nonostante la sua impazienza, sicché non si rese conto che quando il telefono riempì l’aria col suono di un lungo squillo, che sanciva che era giunto il momento di scendere, l’ora concordata per l’appuntamento era trascorsa da oltre venti minuti. Scese. Rispose allo ciao di quello proveniente dal finestrino dell’auto con un sorriso e con la stessa parola, salì a bordo e ricambiò lo sguardo intenso direttole da lui prima che accendesse il motore e partisse.