Spinto da una parte indefinibile del mio io sono uscito di casa e ho preso a passeggiare sotto il cielo immobile, guardando gli alberi ora leggermente sfocati dal vento, ora stagliati con serietà ed evidenza sulle bianche nuvole. Accarezzato dal profumo delle caldarroste e della legna arsa nei camini delle vicine case, ho camminato e camminato a lungo, ripercorrendo i miei passi in attonita contemplazione. Muto ho ascoltato i consigli del silenzio, poi ho pianto, ho pianto di gratitudine senza lacrime. Infine sono tornato, triste, consapevole dell’estrema rarità di momenti come quello appena vissuto e che già lentamente spariva, inesorabile e tenue.
Folgorazione numero dieciultima modifica: 2011-12-02T09:12:24+01:00da
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E’ importante riuscire a riconoscere e godere quei momenti. Non tutti ci riescono. 🙂
ciao Carmine,
conosco quei momenti. Le parole me li hai scritte tu. robi
Guardare la natura e contemplare dentro se stessi in un unico indivisibile … poi doloroso il ritorno alla umana condizione …
Quante volte queta sensazione
Buona Giornata
Andrea
Riuscire a vivre questi momenti è un privilegio. Sono sicuramente i più veri delle nostre giornate, i più importanti.
Ciao…
Piangere. E asciugarsi con la manica del giaccone. E tirare su col naso. Conosci qualcosa di più liberatorio?
Molto profondo nella sua semplicita questo testo! Mi hai trasmesso perfettamente il tuo stato di pace e armonia con tutta la vita intorno a te in quelli momenti…