STAGIONE DELLA MORTE E DELLA SOPRAFFAZIONE (2)

Proseguivo sotto una pioggia leggera, insistente. Gocce sottili e finissime. La mia meta, la solita meta degli ultimi anni, degli ultimi veloci ed inutili anni. Che sono volati via, aquiloni in una bufera. Peccaminose fantasie pervadevano la mia immaginazione, irretita dal buio. Il portone di un palazzo lungo la strada, lungo la squallida strada, si apriva. Venivo trascinato all’interno. Mano nella mano di una bionda donnina salivo le lucide scale. Lucide e strette, in un’aria di lussuria vestita di rosso. Ma un rumore mi ricondusse alla vita. Tornai a bagnarmi, nell’estrema tristezza di quegli attimi irreali ed amari. La mia mente, ancora ottenebrata, fu invasa da immagini aliene. Due donne parlavano dai balconi delle loro case, lontane, incuranti della distanza. Senza pudore. Un uomo si avvicinava ad un altro, più in basso. Senza fascino né poesia gli puntava una pistola alla tempia: sparava. Ecco il rumore. Anche la bionda ora è morta. Nemmeno lei riposa in pace. Mi guardai intorno, rapido e scaltro. Sperando che nessuno avesse visto. Me. Cominciai a fuggire.

Ecco come sono morto.

 

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STAGIONE DELLA MORTE E DELLA SOPRAFFAZIONE (2)ultima modifica: 2010-01-20T16:32:00+01:00da carminedecicco
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