La partita

Sal era agitato. Un’altra partita saltata. Quella dannata contrattura. Erano due settimane che non riusciva a correre dietro un pallone come si deve. Già due defezioni, con questa di stasera tre. Era una partita importante, dannazione. La sua squadra era sotto di un goal, continuava a venir giù acqua. Il terreno era diventato fango. Avrebbe dato tutto per essere lì in mezzo a scalciare, correre e sbraitare. A vincere. Era agitato, troppo agitato, la partita era importante. Un pareggio almeno. Chiuse gli occhi come per non vedere il tempo che passava. Quanti minuti stette così, con gli occhi serrati? Due, tre? Grida di giubilo dagli spalti. Aprì gli occhi. I suoi compagni di squadra che correvano verso la panchina, abbracci al mister, a lui. Agli altri panchinari. Gli avversari e le loro facce deluse. Il tabellone che segnava 83 minuti già giocati. Ora il tempo doveva trascorrere veloce fino al triplice fischio dell’arbitro. Il gioco riprese, lui pensò a Pedro. Lo accusava di portare sfortuna. Aveva guardato tutta la partita e la sua squadra perdeva. Aveva per un po’ chiuso gli occhi ed ecco il pareggio. Forse portava sfortuna per davvero. Sorrise. Ora era meno agitato. La pioggia si fece più intensa, quelli in campo praticamente rinunciarono a giocare. Finita. Ce l’avevano fatta, anche senza di lui. Tutti di corsa negli spogliatoi, la meritata doccia. Poi tutti a festeggiare.

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La partitaultima modifica: 2009-07-29T10:12:08+02:00da carminedecicco
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